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Il Restauro delle Vetrate Artistiche


La Carta e il CVMA

Le linee guida a cui attenersi per affrontare  un intervento di restauro sono elencate nella "carta di conservazione delle vetrate"  redatta dal CVMA , Corpus Vitrearum Medi Aevi.
Il CVMA e' un organismo internazionale che, dal 1952, promuove e sostiene attivita' di ricerca per rendere maggiormente efficaci le operazioni di restauro e conservazione delle vetrate d'arte. In questo senso stila protocolli  da seguire prima, durante e dopo un intervento di restauro.
La prima indicazione e' fondamentale, per restauro si intende il solo restauro conservativo

Restauro Conservativo

Per restauro si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all'integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione e trasmissione dei suoi valori culturali (Codice dei beni culturali e del paesaggio art. 29, comma 4).
Il restauro, stabilisce ilprotocollo dalla carta, deve essere esclusivamente conservativo.
Si escludono, o meglio, si vietano restauri stilistici (vedi Le duc) od interventi di reintegro non reversibili.
L'intervento di restauro e' il frutto di sinergie: dal laboratorio, al restauratore, l'architetto, lo storico dell'arte, il chimico.
Gli steps che ogni restauro dovrebbe seguire sono i seguenti:

Fase preliminare
  • documentazione fotografica
  • documentazione sull'opera
    autore, periodo, tecniche di realizzazione.
  • rilievo delle condizioni climatiche interne ed esterne
  • comunicazioni con la soprintendenza

Fase esecutiva
  • rilievo della tessitura dei piombi
  • annotazione di tessere mancanti, fratturate, lesionate
  • annotazione sullo stato del telaio e dei muri ospitanti l'opera
  • rilievi fotografici (macrofotografie)
  • rimozione degli antelli
  • imballaggio e trasporto in laboratorio
  • restaureo vitreo sotto la supervisione del restauratore
  • eventuale creazione di vetrata isotermica di protezione

Sara' in laboratorio che si procedera' con gli interventi di restauro sui vetri e suli piombi.
Si esamineranno, con maggiore comodita' e cura, le diverse problematiche del lavoro.
Normalmente  sia vetri che piombi e soprattutto grisaglie, specialmente se esposti alle intemperie, subiscono l'azione corrosiva della pioggia (dilavamento, piogge acide), dello smog oltre alla spinta del vento e delle vibrazioni, da quelle episodiche e di forte intensita' come un terremoto, a quelle di lieve intensita' ma costanti come il traffico. Particolarmente deleterio, per via della differente dilatazione e' il delta temperatura tra interno ed esterno. La climatizzazione degli interni crea una situazione  di microclima  opposta a quello esterno con la conseguente doppia sollecitazione, specialmente della trama di piombo.
E'  necessario quindi affrontre un degrado fisico, strutturale della vetrata ed un degrado chimico.

Degrado Fisico
Il collasso della struttura dei piombi e' il classico esempio, ed il piu' frequente, di degrado strutturale.
Il pannello tende ad incurvarsi, si "aggobba".  Una volta che  il pannello perdee il suo assetto, scarichera' il peso sui punti critici della tessitura, normalmente sulle cornici  o comunque sui
piombi orizzontali paralleli alla base. Queso e' il motivo per il quale, in fase di progettazione di una vetrata ex novo, e' necessario inserire dei rompi tratta in piombo specialmente se realizziamo una tessitura a rete,
Il passo successivo, purtroppo,  e' la frattura lineare delle tessere di vetro specialmente in prossimita' dei punti di saldatura. La saldatura a stagno risulta piu' rigida del piombo ed e' in coincidenza di quei punti che si crea la frattura.
Con la frattura dei vetri , prima singola poi multipla, il pannello accellera il suo collasso, le tessere  tendono ad uscire dal loro perimetro di piombo  la possibilita' di caduta nel vuoto.
Normalmente i pannelli, specie se di grandi dimensioni, sono irrobustiti da barre metalliche di rinforzo. Normalmente si tratta di quadrelli, se la barra  e' una retta o piattine metalliche saldate di taglio o, se tondini, fissate alla piombatura grazie ai "rametti", sottili fili di rame che che tengono saldo il rinforzo.  Va da se che una volta cominciato il collasso i rametti tendono a strappare il piombo in prossimita' delle saldature, dando seguito al degrado meccanico. E' bene prevedere quindi un programma di manutenzione che ne preveda la pulizia, la verifica strutturale ed i piccoli interventi di reintegro come, ad esempio, la ristuccatura.


Il Piombo

Il degrado dei piombi e' causato, principalmente, dalla esposizione, non protetta, agli agenti atmosferici. Differente microclima tra interno ed esterno dell'edificio che ospita il manufatto, creano una incoerente dilatazione tra "recto" e "verso" della vetrata.

Nota dolente e' anche lo sfarinamento dello stucco. Ricordiamo che lo stucco e' u composto da bianco di Meudon, olio di lino cotto e piombaggine o nerofumo. L'impasto risulta sufficientemente morbido da attutire piccoli urti , compatta il pannelloe lo irrobustisce mantenendo, al contempo, la giusta elasticita'.

Il degrado dello stucco ne comporta da un lato la cementificazione,  l'impasto, una volta gommoso diviene rigido al punto da creare essos stesso un pericolo per la vetrata, fortunatamente, con l'invecchiamento tende a sfarinarsi non assolvendo comunque piu' al suo compito.
E' necessario quindi, in fase di verifica della tessitura, ed in caso di rifacimento di essa, dare attenzione allo stato dello stucco prendendo in considerazione, in accordo con il restauratore, l'utilizzo di mastici a base siliconica (ph neutro).
Anche l'ossidazione del piombo e' una causa di degrado e di indebolimento del pannello. A contatto con gli agenti atmosferici il piombo tende ad ossidarsi creando una patina biancastra ed irrigidendosi. Il lato esterno (verso) sara' quindi piu' rigido rispetto al lato interno (recto)  risultando inadatto a compensare le dilatazioni del vetro.




I vetri

Fatta  eccezione per gli urti accidentali o peggio per gli atti vandalici, non cosi' rari specialmente nell'edilizia cimiteriale, la frattura dei vetri e' causata quasi sempre dal collasso della struttura della rete dei piombi.
Come gia' accennato il punto debole e' quello a ridosso delle saldature a stagno Lo stagno e' piu' rigido del piombo e nella
fase di spanciamento e' facile che sia causa di fratture di tessere di vetro .

La rottura del vetro puo' essere semplice, normalmente una linea di frattura che va da un lato al suo opposto, multipla, composta quindi da piu' linee oppure radiale con una concentrazione di fratture centrali. I primi due casi sono tipici di fratture da collasso o spanciamento, la radiale e' invece  la classica rottura da urto.
Meno frequenti sono le lesioni dovute da cattiva qualita' del vetro, si tratta di vtri che, durante la loro produzione, hanno subito e mantenuto degli stress termici. Un raffreddamento accellerato o un dosaggio non corretto degli elementi che compongono il vetro.  E' un fenomeno che possiamo riscontrare in vetrate contemporanee, lastre di vetro tensionate  che ,  anche solo per rapida variazione termica, si rompono apparentemente dal nulla.






Degrado Chimico

L'esposizione agli agenti atmosferici, specialmente all'acqua (dilavamento), il proliferarsi di muffe e di solfati sulla superficie del vetro e, soprattutto, sulle parti pittoriche, grisaglie smalti e patinature sono gli elementi di maggiore criticita' per la conservazione ed il restauro delle vetrate d'arte.
Oltre all'intervento di pulitura, l'eventuale reintegro del materiale pittorico (da effettuare,preferibilmente, dal lato verso) e' necessario prevedere l'installazione di una controvetrata isotermica chefunga da protezione per pioggia e vento e che mitighi il delta temperatura tra il lato verso ed il lato recto. La controvetrata, se necessario abbinata ad un sistema di areazione, creera' un microclima uniforme nei due lati della vetrata.

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